Denti e Cervello un’epidemia silenziosa

Novembre 18, 2024by F.A.Q.0
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Che collegamento c’è tra denti e cervello dal punto di vista patologico?

In che modo la salute orale è collegata all’encefalo?

I collegamenti sono molteplici e sorprendenti. Vediamoli nel dettaglio.

I batteri della malattia parodontale e la malattia di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza. Si riferisce alla perdita di memoria e di altre abilità intellettuali talmente grave da interferire con la vita quotidiana. Il morbo di Alzheimer rappresenta il 50-80% dei casi di demenza.
La malattia parodontale (o periodontite) è la malattia batterica e infiammatoria che attacca i tessuti di sostegno dei denti, gengiva e osso alveolare. Volgarmente, è nota come “piorrea”, termine vetusto che indica la produzione di pus dai tessuti dentali. Nell’ambito delle implicazioni sulla salute generale, generalmente la malattia parodontale include tutte le malattie infiammatorie batteriche che colpiscono i tessuti intorno ai denti, tra cui anche le malattie dell’apice radicolare (quindi anche gli ascessi dovuti a carie e non solo quelli gengivali).
Diversi studi hanno dimostrato l’aumento dei mediatori dell’infiammazione (TNF-α [tumor necrosis factor-alpha], IL-6 [interleuchina-6] e IL-1β [interleuchina-1beta]) con l’aumento della produzione di Aβ (amiloide beta) e attivazione del sistema del complemento in pazienti affetti da malattie parodontali. L’aumento della cosiddetta “neuro-infiammazione” è il preludio di diverse malattie, tra le quali anche la malattia di Alzheimer. Tutto questo avverrebbe attraverso il passaggio di sostanze infiammatorie originate dai batteri orali, tra cui in particolare i prodotti di degradazione di membrana, nel sangue e poi verso l’encefalo.

I batteri patogeni più direttamente collegati alla malattia di Alzheimer sono il Fusobacterium nucleatum, il Campilobacter rectus, il Porphyromonas gingivalis e l’Actinomyces naeslundii.
Il fatto ancora più sorprendente è il ritrovamento di alcuni patogeni parodontali direttamente nel tessuto cerebrale dei alcuni malati! Si apre quindi la possibilità di un’infezione diretta attraverso il flusso sanguigno e in barba alla protezione offerta dalla barriera ematoencefalica (struttura funzionale interposta fra sangue e tessuto nervoso, che regola selettivamente il passaggio sanguigno di sostanze).
Dal punto di vista epidemiologico, l’Alzheimer è collegato all’edentulia ed a un livello scarso di igiene orale.
È evidente che la prevenzione delle malattie infettive dentali nella fascia più anziana della popolazione ha un’importanza fondamentale per la prevenzione della più frequente forma di demenza senile.
Quanti nonnini disorientati, quante famiglie addolorate potremmo evitare semplicemente insegnando ai meno giovani ad andare regolarmente dal dentista e dall’igienista dentale?
È semplicemente una sana abitudine.
Sulle altre forme di demenza senile ci sono meno dati, ma anche in questi casi, tendenzialmente esiste un legame. È logico che anche in questi casi l’infiammazione giochi un ruolo importante, confermando il legame tra parodontite e encefalo.

Denti e cervello: il legame con la depressione maggiore!
La neuro-infiammazione di cui ho parlato nella sezione precedente sembra collegata anche alla genesi della depressione. Questa è l’ipotesi di base. Sembra probabile una relazione tra i biomarcatori della malattia parodontale (tra i quali il cortisolo del solco gengivale, l’interleuchina 6 (IL-6), l’Il-1β, l’immunoglobulina G contro Bacterioides forsythus, e la depressione maggiore. Tuttavia, gli studi sull’uomo hanno mostrato risultati contrastanti. Nella maggior parte degli studi, c’erano rischi di bias a causa della selezione del campione e del protocollo di valutazione. L’eterogeneità degli studi e il numero limitato di studi comparabili che riportano sui biomarcatori condivisi hanno precluso la possibilità di realizzare una meta-analisi (tecnica clinico-statistica con cui vengono assemblati i risultati di diverse sperimentazioni di uno stesso intervento o trattamento, permettendo una valutazione quantitativa cumulativa dei loro risultati).
In conclusione, il contributo immuno-infiammatorio alla depressione è evidente nel contesto delle malattie parodontali infiammatorie, ma è necessario verificare i biomarcatori che mediano le associazioni tra periodontite e depressione attraverso studi metodologicamente rigorosi che mirino specificamente a questa ipotesi per convalidare ulteriormente questa ipotesi patogenetica tra parodontite e encefalo.

Ascessi cerebrali di origine dentale:
I batteri della bocca possono arrivare a colonizzare anche i tessuti cerebrali.
Gli ascessi in genere sono raccolte di pus in spazi tissutali confinati, di solito causati da infezioni batteriche. Ovviamente si tratta di condizioni molto gravi sempre. Nel caso degli ascessi cerebrali, l’esito è spesso fatale se non trattati tempestivamente. Ancora una volta il legame patogenetico tra parodontite e encefalo è molto forte. Sono più frequenti in età pediatrica.

Denti e cervello: Ictus e incidenti cardiovascolari
Come dimostrato da numerosissimi studi nella parte più alta della piramide della conoscenza scientifica, il rischio cardiovascolare è decisamente aumentato nei pazienti con malattie croniche dentali. Ovviamente, gli incidenti cardiovascolari colpiscono anche l’encefalo.

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